La cucina toscana è fatta di ricette ricche, di sapori decisi, di piatti semplici e rustici che arrivano dalla tradizione contadina. Tutti le amano, ma portare in tavola le ricette tipiche toscane non è facile, nemmeno per chi in Toscana ci è nato!
Se volete preparare una cena toscana autentica, potete farlo in tutta semplicità grazie a Sandàra, che ha ricreato alcuni dei piatti più famosi e amati di questa terra, con cui potete sorprendere i vostri ospiti.
E per animare la conversazione, vi raccontiamo come sono nate 5 ricette tipiche toscane e qualche aneddoto divertente.
I crostini toscani sono chiamati anche crostini neri e sembra che la loro origine risalga addirittura agli Antichi Romani, quando i nobili commensali utilizzavano il pane per raccogliere salse e sughi dai grandi piatti di portata.
L’origine dei crostini toscani è tuttavia povera, come molte delle ricette tipiche toscane. Le classi più basse, per non sprecare cibo prezioso, scaldavano il pane del giorno prima e lo condivano con paté a base di carne: naturalmente per preparare questi impasti venivano scelti tagli di carne non particolarmente pregiati, ad esempio i fegatini di pollo.
Oggi i crostini toscani sono una delle ricette della cucina toscana più amata in Italia.
Antipasto toscano per eccellenza, i crostini neri sono un piatto che richiede una lavorazione accurata e tanti ingredienti.
La base sono i fegatini di pollo, che andranno tagliati e fatti rosolare in un battuto di sedano, carote, cipolla e aglio per almeno mezz'ora: devono diventare teneri e morbidissimi. All’impasto andranno poi aggiunti capperi, acciughe, una noce di burro per rendere il tutto più cremoso e sale e pepe quanto basta.
La preparazione è tutto sommato semplice ma richiede tempo e dimestichezza con le interiora. Inoltre, visto che è composto da tanti ingredienti, basta una dose sbagliata per rovinare tutto l’impasto!
Se volete organizzare una cena toscana a casa vostra, i crostini neri non possono mancare.
Sandàra ha realizzato l’impasto dei crostini toscani seguendo le ricette di una volta, utilizzando ingredienti genuini e nessun tipo di conservante o additivo. Vi basta stappare il barattolo per trovare l’autentica bontà dell’antica ricetta toscana: scaldate l’impasto e servitelo su fette di pane abbrustolito.
Il ragù di cinghiale è una ricetta che nasce nella Maremma toscana e che da lì si diffonde lungo tutto l’Appennino.
Il ragù di carne è una preparazione di origine francese, che arrivò in Italia nel Settecento e che all’epoca era un piatto a sé stante, non un condimento. Una sorta di spezzatino più fine. Il ragù incontrerà la pasta solo nell’Ottocento e sarà l’inizio di una storia d’amore destinata a durare nei secoli.
Nella Maremma Toscana, vista la presenza di un numero elevato di cinghiali, non c’è voluto molto perché questa carne selvatica e saporita venisse trasformata in ragù.
Se volete portare in tavola questo piatto, non potete non servire il ragù di cinghiale con le pappardelle!
Come tutti i ragù, anche quello di cinghiale richiede una cottura lenta e lunga. La carne di cinghiale ha un sapore intenso, deciso, selvatico e va saputa trattare per togliere l’aroma pungente che potrebbe essere fastidioso per il palato.
Proprio per questo motivo, la cottura deve essere molto lunga, almeno tre ore e mezzo, e il ragù deve essere insaporito con erbe aromatiche e odori che ne smorzino il gusto forte.
La cosa più difficile è forse però reperire la carne di cinghiale, quasi impossibile da trovare al supermercato. Dovrete poi macinarla, farla cuocere in un battuto di sedano, carota e cipolla e, una volta insaporita, aggiungere la passata di pomodoro finché non sarà morbida.
Il ragù di cinghiale è dunque un piatto da leccarsi baffi, soprattutto per chi ama i gusti decisi e rustici. Tuttavia, anche solo trovare gli ingredienti è molto difficile.
Ecco perché Sandàra propone la sua versione pronta in barattolo, preparata utilizzando carne di cinghiale toscano, una piccola parte di carne di maiale, spezie e un ingrediente segreto che addolcisce il sapore forte e crea una piacevole armonia complessiva.
Voi dovrete solo cuocere le pappardelle e condirle con il ragù ben caldo.
La pappa al pomodoro è una delle ricette tipiche toscane più apprezzate in assoluto, che ha reso la cucina regionale famosa in tutto il mondo.
Nasce come piatto contadino povero, di riciclo, con l’obiettivo di non sprecare il pane raffermo. Nell’Ottocento, quando il pomodoro cominciò a essere utilizzato nelle ricette italiane, venne per la prima volta aggiunto alle zuppe di pane contadine diffuse nella campagna toscana. Ed ecco come ebbe origine la deliziosa pappa col pomodoro.
Il Giornalino di Gian Burrasca degli anni Venti e la canzone popolare di Rita Pavone degli anni Sessanta, Viva la pappa col pomodoro, hanno reso ancora più celebre questo piatto semplice e genuino.
Per preparare la pappa col pomodoro bastano tre ingredienti: pane rigorosamente senza sale, pomodori freschi e maturi, brodo vegetale. Si comincia facendo soffriggere uno spicchio d’aglio in abbondante olio toscano, dove andranno poi aggiunti i pomodori tagliati a pezzettoni. Nel frattempo, il pane va bagnato con brodo caldo per farlo ammorbidire. Infine, unite il sugo di pomodoro con il pane e fatelo cuocere lentamente, finché non si saranno amalgamati e insaporiti.
Il segreto è mescolare continuamente, per evitare che il pane si attacchi alla pentola e si formino grumi. Bisogna quindi avere molto tempo a disposizione per preparare una pappa col pomodoro a regola d’arte.
Apparentemente semplice, la pappa col pomodoro è un piatto che richiede tempo e cura: non ci si può distrarre nemmeno un attimo durante la cottura!
Sandàra lo sa e ha preparato una pappa col pomodoro buona come una volta, con pochi e genuini ingredienti e la ricetta tradizionale toscana.
Potete servirla ben calda, con un filo d’olio extravergine di oliva, oppure a temperatura ambiente, insaporita con una foglia di basilico fresco.
Sarà un ottimo antipasto o un primo piatto leggero e saporito.
La ribollita è la zuppa toscana per eccellenza, quella che non mancava mai nelle case contadine in inverno. Piatto povero, nasce con l’obiettivo di riutilizzare il pane raffermo, che veniva poi arricchito con tutto quanto era disponibile nell’orto e in dispensa: verdure, ortaggi e legumi misti venivano utilizzati per rendere questa zuppa di pane più ricca, nutriente e saporita.
Il suo nome deriva dalla preparazione: la zuppa veniva infatti bollita due o più volte, affinché fosse sempre morbida anche dopo molti giorni.
La sua ricetta risale addirittura al Cinquecento, quando le massaie preparavano una gustosa zuppa di magro a base proprio di pane, ortaggi e legumi.
Come tutte le ricette tipiche toscane, la ribollita è un piatto semplice, gustoso, rustico e saporito, ma questo non significa che sia facile da preparare.
Per prepararla sono fondamentali alcuni ingredienti tipicamente toscani, in particolare cavolo nero, pane senza sale e fagioli cannellini, che devono essere lasciati in acqua una notte intera prima di poter essere utilizzati. Senza queste materie prime locali, non otterrete mai la stessa armonia di sapori che caratterizza la zuppa toscana.
La cottura è un altro punto chiave: deve essere lenta e controllata affinché il pane non si attacchi alla pentola e tutti gli ingredienti siano cotti al punto giusto.
Insomma, non è proprio il piatto che si prepara all’ultimo minuto!
Sandàra ha racchiuso in un barattolo pronto da gustare tutti i sapori autentici della campagna toscana. Non dovrete fare altro che scaldare la ribollita, condirla con un filo d’olio toscano e un’abbondante macinata di pepe nero per stupire tutti i vostri ospiti con una ricetta tipica toscana semplice ma irresistibile.
Tra le ricette toscane di carne, un posto speciale lo merita sicuramente lo spezzatino di manzo.
Si tratta di una preparazione che ritroviamo in diverse versioni in tante altre cucine del mondo: dal Gulash ungherese al Makhan Murg indiano, sono tutte ricette accomunate da una cottura lunga e dal fatto di essere tagliate a pezzettoni.
In Toscana, lo spezzatino si è sempre preparato utilizzando carni bovine locali: dopo l’Ottocento, fu aggiunto il pomodoro durante la cottura in modo da creare un delizioso sughetto. Lo spezzatino di manzo è sempre stato un piatto nobile, destinato alle tavole aristocratiche proprio perché cucinato scegliendo le carni più prelibate.
Come tutti gli stufati di carne, anche lo spezzatino di manzo alla toscana ha bisogno di una grande cura per quanto riguarda la cottura. Questa deve essere lenta, lunga e a fuoco molto basso: solo in questo modo la carne risulterà morbida e tenera.
Prima ancora della cottura, un passaggio fondamentale riguarda la scelta degli ingredienti: devono essere utilizzati solo i migliori tagli di carne bovina, proveniente da allevamenti locali.
La carne tagliata a pezzettoni viene fatta cuocere in un sugo di pomodoro insaporito con aromi e odori dell’orto: l’armonia di sapori è incredibile ma ottenere un equilibrio perfetto non è per niente semplice.
Lo spezzatino di manzo è sicuramente una delle ricette toscane di carne più diffuse e apprezzate ma ha bisogno di molte ore di cottura e di una certa sapienza nella scelta della carne.
Sandàra ha realizzato un prelibato spezzatino di manzo utilizzando solo carne di Chianina dell’Appennino Centrale, ortaggi, aromi e olio extravergine di oliva. Il risultato è un piatto ricco e saporito, da servire caldo accompagnato con un paio di fette di pane tostate.
Sandàra ha dedicato molta cura alla realizzazione della sua linea di ricette tipiche toscane.
Dalla selezione di ingredienti semplici e genuini alla cottura lenta, ogni passaggio viene eseguito come si faceva una volta nella case della campagna toscana, per farvi ritrovare sapori autentici e tradizionali in ogni barattolo.